La voce umana – seconda parte –

Tratto da: http://afpc-evtafrance.evta-online.org
Articolo integrale originale (FR): La voix humaine, Quid 2007-2008, Editions Robert Laffont, N. Scotto di Carlo

– Seconda parte –

Meccaniscmi fisiologici

L’apparato vocale. Costituito da una soffieria (i polmoni), un apparato vibrante (le corde vocali) e uno risonante (la cavita’ faringo-orale). Durante la fonazione, il fiato proveniente dai polmoni entra nella trachea al di sopra della quale incontra le corde vocali, due muscoli che assomigliano a delle labbra. Ad ogni apertura delle corde vocali l’aria polmonare viene separata in sbuffi d’aria che si succedono a un ritmo piu’ o meno rapido a seconda che le corde vocali vibrino piu’ o meno velocemente. Piu’ esse vibrano velocemente, piu’ il suono e’ acuto e viceversa (quando Mado Robin emetteva la sua nota piu’ alta, il RE6, le sue corde vocali vibravano 2349 volte al secondo).

La soffieria. La respirazione a riposo e’ un’attivita’ riflessa. Ogni inspirazione e’ nell’ordine di 500 ml. Il canto ne esige da 1000 a 1500 ml, il che implica un atto cosciente o volontario. Durante l’inspirazione, il volume dei polmoni aumenta in maniera considerevole poiche’ il torace si allarga in tutte le sue dimensioni sotto l’azione simultanea di diverse fasce muscolari. L’attivita’ di questi diversi muscoli e’ legata a quella del diaframma che, contraendosi, scende aumentando cosi’ il volume della cavita’ toracica. L’espirazione, passiva nella respirazione riflessa, diviene attiva nel parlato e volontaria nel canto, dove occorre controllare con precisione la portata del flusso d’aria. Per cantare, il tipo di respirazione piu’ efficace e’ la respirazione costo-addominale nella quale l’azione del diaframma e’ la piu’ performante. In effetti, nel corso dell’inspirazione, il diaframma lavora in sinergia con i muscoli intercostali per sollevare le ultime costole, aprendo cosi’ uno spazio toracico ottimale che favorisce una presa d’aria piu’ importante rispetto a quella che e’ necessaria nel parlato. Ma l’aria immagazzinata nei polmoni non basta per sostenere delle note a lungo o per cantare delle lunghe frasi musicali. Bisogna dunque imparare a gestirla in economia. Per aumentare la propria durata del fiato, i cantanti d’opera rallentano il proprio svuotamento polmonare conservando la posizione inspiratoria durante tutta la durata dell’espirazione fonatoria grazie alla contrazione simultanea dei muscoli dell’inspirazione (diaframma, muscoli intercostali esterni) e dell’espirazione (muscolo trasverso dell’addome, intercostali medi e interni). E’ grazie all’aiuto di questi stessi muscoli che riescono a modulare la compressione periferica in modo da ottenere una regolazione molto precisa della pressione dell’espirazione e del debito che gli permettera’ di adattarsi sempre agli imperativi del canto. Questo controllo permette di regolare con precisione non soltanto il fiato, ma anche l’intensita’, la stabilita’ e la precisione della voce.

L’apparato di vibrazione. La laringe e’ situata all’estremita’ superiore della trachea. Nel suo prolungamento, si trova la cartilagine cricoidea che ha l’aspetto di un anello incastonato girato all’indietro. Articolata con la cartilagine cricoidea c’e’ la cartilagine tiroidea da cui deriva la prominenza anteriore che costituisce il “pomo d’Adamo”.  Questo ha la forma di un libro aperto all’indietro, all’interno del quale si trovano le corde vocali. Secondo il punto di ancoraggio, l’articolazione crico-tiroidea permette sia alla cartilagine tiroidea di basculare in avanti, sia alla cartilagine cricoidea di basculare all’indietro, il risultato e’ in entrambi i casi un aumento della tensione longitudinale delle corde vocali che per questo vibrano piu’ velocemente. Le corde vocali sono fissate davanti all’angolo interno alla cartilagine tiroidea e dietro a due piccole cartilagini triangolari chiamate aritenoidi che riposano sul cricoide. Grazie alle loro faccette articolari e ai muscoli che le comandano, le aritenoidi possono effettuare dei movimenti di rotazione, translazione e basculamento, che hanno come effetto quello di allontanare o avvicinare le corde vocali, di inspessirle o renderle piu’ sottili, di aumentare o diminuirne la tensione. Durante la respirazione queste vengono ampiamente aperte per permettere all’aria polmonare di circolare liberamente. Lo spazio compreso tra le corde vocali si chiama glottide. L’armatura cartilaginea da cui e’ formata la laringe e’ dotata di una muscolatura intrinseca o endolaringea composta da vari muscoli la cui funzione principale e’ quella di assicurare l’apertura e la chiusura delle corde vocali, ma allo stesso tempo di modificarne forma e dimensione, e da una muscolatura estrinseca costituita dai muscoli sospensori della laringe e destinata a mantenerla al proprio posto lasciandole una mobilita’ sufficiente per permettergli di effettuare degli spostamenti verticali e antero-posteriori nel corso della respirazione, della fonazione e della deglutizione.

L’apparato risonatore. Gli strumenti di investigazione di cui disponiamo attualmente, permettono di registrare il suono che esce dalle corde vocali (suono laringeo). Il solo elemento percepito e’ quindi l’intonazione o la melodia della frase. Sapremo, per esempio, se chi parla fa una domanda o un’affermazione, ma che cosa dice rimarra’ perfettamente incomprensibile. Questa voce grezza viene poi modificata quando passa nelle diverse cavita’ di risonanza situate al di sotto delle corde vocali (cavita’ faringea, orale e accessoriamente nasale e labiale) per diventare parola. Le modifiche di forma e dimensione di queste cavita’ che si chiamano cavita’ sopraglottiche sono dovute ai movimenti degli organi articolatori (la lingua, il velo palatino, la mandibola, le labbra, la faringe, la laringe) e permettono la formazione delle vocali e delle consonanti la cui successione temporale costituisce il linguaggio. La voce cantata necessita un condotto vocale interamente libero. La realizzazione delle vocali non costituisce un grave problema nel canto, ma le consonanti devono essere realizzate attraverso un’ostruzione o una chiusura temporanea del condotto vocale che interferisce con il flusso d’aria e rompe la continuita’ della linea melodica. Tutta l’arte del cantare consiste dunque nel trovare un equilibrio tra le strutture oro-faringee indispensabili a un’emissione vocale corretta e le modifiche edlla cavita’ orale necessarie per l’articolazione dei suoni del linguaggio.

Nessun commento

Sorry, the comment form is closed at this time.

Le voci in testa

Le voci in testa

Stage intensivo di tecnica vocale base

Sabato 14 e domenica 15 febbraio 2015
dalle 15 alle 19
Occupazione di Via del Leone 60/62 – Firenze

L’ Occupazione di Via del Leone 60/62 è lieta di annunciare che organizzerà, nei pomeriggi (dalle 15 alle 19) dei giorni di Sabato 14 e Domenica 15 Febbraio 2015, uno stage intensivo di tecnica vocale base, incentrato sia su tecnica che su improvvisazione. I temi trattati saranno:
La respirazione diaframmatica e il sostegno del fiato, l’uso dei registri e dei risuonatori.
Voce naturale, improvvisazione e armonizzazione collettiva.

Essendo i posti limitati è gradita la pre-iscrizione (e la serietà di rispettare gli impegni presi!).
Per pre-iscriversi basta scrivere una email a viadelleone@autistici.org specificando come oggetto della mail “Iscrizione stage di Canto”.
Tutti e tutte possono iscriversi: nessuna esperienza richiesta, si parte e si impara insieme.

More info: http://viadelleone.noblogs.org/

Corso di tecnica vocale 2015/2016 – NextEmerson

cabaret-corso

Il NextEmerson Cabaret presenta:

*************************************************
Corso di tecnica vocale – anno 2015/2016
Tutti i lunedi’ dalle 19.30 alle 22.00
DA LUNEDI’ 16 NOVEMBRE 2015
Csa NextEmerson – Firenze – www.csaexemerson.it
*************************************************

Per principianti e non, lezioni collettive e autogestite. Impostazione di base, potenziamento, correzioni, nuovi sviluppi. Gratis, ovvio.

Cercheremo insieme un approccio tecnico, ma anche divertente, alla gestione della voce: respirazione diaframmatica, sostegno e contegno ; ), uso dei registri e dei risuonatori, timbrica e dinamica, miglioramento dell’intonazione e dell’estensione, ricerca del suono naturale, esplorazione delle distorzioni e delle voci estreme.

Saremo nel bistrot (sala concerti piccola). Se vi servono ulteriori informazioni scrivete a:
assemblea @ csaexemerson.it oppure passate direttamente un lunedi’!

http://www.csaexemerson.it/corso-di-tecnica-vocale-20152016/

Diamanda Galas – Exeloyme (live 1986)

Fatima Miranda – Desasosiego

Demetrio Stratos – Cantare la voce (1978)

La voce umana – quarta parte-

Tratto da: http://afpc-evtafrance.evta-online.org
Articolo integrale originale (FR): La voix humaine, Quid 2007-2008, Editions Robert Laffont, N. Scotto di Carlo

– Quarta parte –

Uomini. Tenore buffo, comico o Trial: [Antoine Trial(1736-1795)]. Voce acuta dal carattere comico. Tessitura: Do2-Do4. Ruoli: il marito (Mamelles de Tirésias), il notaio (Don Pasquale), Cochenille, Franz, Pittichinaccio (I racconti di Hoffmann). Tenore leggero, d’operetta, tenore mozartiano, di serenata: voce leggera, timbro chiaro. Vocalizza con agilità. Può cantare i ruoli da operetta. Tessitura: Do2-Re4. Ruoli: George Brown (Dama bianca), Nadir (I pescatori di perle), Ernesto (Don Pasquale), Le Postillon (Postillon de Longjumeau), Coutançon (Vedova allegra), Antonin (Ciboulette), Gondran (I moschettieri del convento). Tenore lirico leggero, d’opera comica: timbro del tenore leggero negli acuti e del tenore lirico sul resto della tessitura. Tessitura: Do2-Re4. Ruoli: Gérald (Lakmé), Desgrieux (Manon), Elvino (La sonnambula), Ottavio (Don Giovanni). Tenore lirico, mezzo carattere, di traduzione: voce più larga con un timbro chiaro. Tessitura: Do2-Do#4. Ruoli: Faust, Duca di Mantova (Rigoletto), Alfredo (Traviata), Edgardo (Lucia di Lammermoor), Rodolfo (Bohême). Tenore lirico spinto o lirico drammatico: gravi più ampie rispetto al tenore lirico, acuti eclatanti. Tessitura: Do2-Do#4. Ruoli: Mario (Tosca), Don José (Carmen), Manrico (Il trovatore), Radamès (Aida), Calaf (Turandot). Tenore drammatico, d’opera o di carattere: voce larga dal timbro percussivo. Tessitura: Do2-Do4. Ruoli: vedi sotto. Tenore di forza, tenore eroico, di valore, da grand’opera, wagneriano, baritenore: voce molto potente (120 dB in 1 metro)  con gravi baritoni e acuti eclatanti. Divenuto estremamente raro, è rimpiazzato dal Tenore drammatico. Tessitura: Si1-La#4. Ruoli: Otello, Sansone, Tristano, Arnold (Guglielmo Tell), Eléazar (La Juive), Sigfrido, Tristano (Tetralogia). Baritono Martin, leggero, alto, tenorizzante, viennese, d’operetta: [Jean-Blaise Martin (1768-1887)]. Voce poco potente che ricorda il timbro del tenore senza possederne gli acuti. Raro nell’opera, ottiene i primi ruoli d’operetta ed eccelle nella melodia. Tessitura: Si1-La3. Ruoli: Pelléas, Florestan (Véronique), Danilo (Vedova allegra), Principe Sou-Chong (Il paese del sorriso). Baritono verdiano, acuto, d’opera: voce flessibile dal timbro caldo e dagli acuti eclatanti per la quale Verdi ha scritto numerosi ruoli. Tessitura: La1-Sol3. Ruoli: Rigoletto, Macbeth, Simon Boccanegra, Iago (Otello). Baritono lirico o d’opera comica: è la voce più diffusa nella categoria dei baritoni. Tessitura abbastanza limitata, timbro ramato. Tessitura: Sol1-Fa3. Ruoli: Albert (Werther), Mercutio (Romeo e Giulietta), Valentin (Faust), Lescaut (Manon). Baritono drammatico, eroico, da grand’opera: meno elevata, ma più potente di quella dei baritoni verdiani e lirici. Timbro più spesso, acuti eclatanti. Tessitura: Fa1-Mi3. Ruoli: Tonio(Pagliacci), Alfio (Cavalleria Rusticana). Baritono basso, baritono grave, baritono Donizetti: voce intermedia tra quella del baritono drammatico e del basso cantante. Acuti meno facili di quella del baritono drammatico, ma gravi più potenti e medi ampi. Tessitura: Re1-Fa3. Ruoli: Malatesta (Don Pasquale), Wotan (Tetralogia), Figaro (Le nozze di Figaro), Leporello (Don Giovanni). Laruette: [Jean-Louis Laruette (1731-1762)]. Basso leggero da operetta. Tessitura: Mi1-Re3. Basso buffo, basso comico: Basso specializzato in ruoli comici. Tessitura: Re1-Mi3. Ruoli: Bartolo (Barbiere di Siviglia), Don Pasquale. Basso di coloratura: voce leggera e agile. Tessitura: Re1-Fa3. Ruoli: Assur (Sémiramis), Mustafà (L’italiana ad Algeri). Basso cantante, alto, lirico, d’opera comica, mezzo carattere: voce più lirica di quella del baritono basso. Tessitura: Do1-Do3(Mi3). Ruoli: Mefistofele (Faust), Nilakantha (Lakmé), Don Basile (Il barbiere di Siviglia), Philippe II (Don Carlos). Basso nobile, profondo, di carattere, eroico, drammatico o Nivette: voce solenne e sepolcrale. Tessitura: Si0-Do3(Mi3). Ruoli: Zarastro (Flauto magico), Grande inquisitore (Don Carlos), Hunding. (La valchiria), Ramfis (Aida).

Voci androgine. Castrati: il divieto posto alle donne di cantare nelle chiese e sulle scene romane è all’origine del ruolo preponderante che occuparono i castrati per quasi due secoli. I cori della Cappella Sistina li utilizzarono dal 1588 al 1903. La Chiesa tuttavia disapprovava la castrazione eufonica e non tollerava che i castrati accidentali (la castrazione per ernia era una pratica corrente all’epoca). In Italia, da 3000 a 5000 bambini venivano operati ogni anno da barbieri o chirurghi. Praticata intorno al sesto anno, la castrazione aveva come scopo quello di impedire il cambiamento che accade normalmente, ma non arrestava lo sviluppo fisico. Per questo, i castrati possedevano i polmoni di un adulto e una laringe di un bambino, e di conseguenza una voce molto estesa che copriva più di tre ottave, acuti naturali (corde vocali di piccola taglia, laringe in posizione alta) e una tenuta del fiato eccezionale (trachea di taglia normale e glottide di piccola taglia). Il lavoro intensivo al quale erano sottoposti i castrati (9-10 ore al giorno), gli conferiva non soltanto un’agilita’ poco comune, ma una voce estremamente potente (muscolatura laringea molto sviluppata che permette alle corde vocali di opporre una forte resistenza alla pressione polmonare). Castrati celebri: Baltasare Ferri (1610-1680); Carlo Broschi (1705-1782) detto Farinelli o “il cantante del re” poiché passò 22 anni in Spagna alla corte di Filippo V di cui guarì la malinconia cantando per lui ogni giorno per 10 anni le stesse 4 arie. Diventò in seguito il suo consigliere politico; Cafarelli (1710-1783); Guadagni (1725-1792); Crescentini (1762-1846) che insegnò canto a Bellini; Velluti (1780-1861) l’ultimo ad apparire sulla scena; Moreschi (1858-1922) il solo ad essere stato registrato, nel 1902-1903. Contralti, contro tenori e falsettisti: regna una grande confusione nell’utilizzo di questi termini. Tradizionalmente, Contralto: tenore molto acuto che non utilizza la propria voce di falsetto, Falsettista: baritono o basso che canta in falsetto; Contro tenore: termine che indica in modo anarchico sia una voce di contralto che una voce di falsettista.

Canto difonico. Tecnica vocale che permette a un cantante di produrre due suoni simultaneamente. Per farlo, emette un suono grave di cui amplifica a turno i differenti armonici modificando la forma della cavità orale con la lingua, producendo un doppio suono: gli armonici sgranati gli uni dagli altri sul fondo di un basso continuo (suono grave ininterrotto). Questo procedimento è l’equivalente vocale della cornamusa o del biniou sul piano strumentale.

Lessico. Ambitus: estensione totale di una composizine dalla nota più grave a quella più acuta. Aria: pezzo scritto per una voce sola. Barcarola: brano vocale o strumentale costruito sul ritmo della barcarola dei gondolieri veneziani. Brindisi: canzone per brindare. Cabaletta: aria rapida e ritmata, con ripresa. Cavatina: pezzo d’opera più corto dell’aria e senza ripresa. Coloratura: in origine termine che indicava le fioriture. Per estensione, virtuosismo nel canto e voce con una grande agilità. Estensione vocale: insieme delle note che può emettere una voce dal più grave al superacuto. Falsetto: modalità di emissione utilizzata dagli uomini per imitare la voce femminile. Fioriture: ornamenti aggiunti dai cantanti alla linea melodica per abbellirla. Larga: indica una voce potente. Legato: esecuzione nella quale i differenti suoni si succedono senza interruzione. Le note emesse in questo modo sono dette legate. Leggera: indica una voce acuta di flebile potenza. Ornamenti: termine generico che indica gli abbellimenti apportati dai compositori alla linea melodica. Recitativo: declamazione vocale destinata a far andare avanti l’azione. Staccato: successione di note emesse separandole le une dalle altre con rapidità e precisione. Le note emesse in questo modo vengono dette spiccate e [in francese n.d.t.] familiarmente cocottes. Tessitura: parte dell’estensione vocale che un cantante può emettere con la massima facilità (2-3 ottave). Termine anche utilizzato nel senso dell’ambitus di un ruolo o di un’aria. Vocalizzo: emissione di note differenti sopra la stessa vocale.

La voce umana – terza parte –

Tratto da: http://afpc-evtafrance.evta-online.org
Articolo integrale originale (FR): La voix humaine, Quid 2007-2008, Editions Robert Laffont, N. Scotto di Carlo

– Terza parte –

Classificazione delle voci

Storica. Inizio del XVII secolo, si distinguono per ciascun sesso le voci gravi e acute classificandole in soprano, alto (o contralto), per le donne; tenore, basso per gli uomini e piu’ tardi in dessus, haute-contre, taille, basse. [Classificazioni del barocco francese. In italiano rispettivamente: soprano, tenore contraltino, tenore baritonale, basso. N.D.T. ] Fine del XVIII secolo, si fa sentire la necessita’ di aggiungere una categoria intermedia. Inizio del XIX secolo, si introducono le distinzioni di timbro (soprani lirici, tenori drammatici, bassi cantanti o profondi). Meta’ del XIX secolo, aggiunta delle distinzioni di potenza (soprani d’operetta, tenori d’opera comica, baritoni di grand’opera) , e di impiego (tenori mozartiani o wagneriani, baritoni verdiani). Attualmente in Francia si utilizzano circa 90 termini per indicare i diversi tipi di voce.

Classificazione tradizionale.

Generale. Per ogni sesso, si distinguono tre categorie e numerose sotto categorie. Categorie: (dalle voci acute verso le voci gravi) donne: soprano, mezzo-soprano, contralto; uomini: tenore, baritono, basso. Sotto categorie: quando si scende la scala vocale, da una sotto categoria all’altra, la tessitura diventa piu’ grave, la potenza aumenta e il timbro si scurisce.

Donne. Soprano leggero di coloratura o acuto sfogato: e’ la voce piu’ acuta e piu’ acrobatica. Molto estesa, ma poco potente sui bassi, spesso fuori timbro. Tessitura: Do3-Mi5 (talvolta La2-La5). Ruoli: Lakmé, Regina della notte (Flauto magico), Lucia di Lammermoor, Gilda (Rigoletto). Soprano leggero o di operetta: voce agile dal timbro chiaro, ma che non possiede l’altissimo del soprano leggero di coloratura. Tessitura: Do3-Re#5. Ruoli: Micaela (Carmen), Leila (Pescatori di perle), Norina (Don Pasquale), Véronique, Ciboulette. Soprano lirico leggero o lirico di coloratura: voce agile, chiara come il soprano legato, ma con intensita’ piu’ importante e registri piu’ omogenei. Tessitura: Do3-Re5. Ruoli: Violetta (Traviata), Manon, Mireille, Juliette, Nannetta (Falstaff). Soprano lirico o mezzo carattere: voce piu’ espressiva e piu’ potente, ma meno adatta alla vocalizzazione. Tessitura: Do3-Do#5. Ruoli: Louise, Margherita (Faust), Mimi (Boheme), Agathe (Freischütz). Soprano lirico spinto, lirico drammatico:  voce che possiede l’acuto del soprano lirico e la potenza del soprano drammatico. Tessitura: Si2-Do5. Ruoli: Cio-cio-San (Mme Butterfly), Aïda, Tosca, Manon Lescaut. Soprano drammatico di coloratura o drammatico di agilita’: voce estesa che unisce potenziale drammatico e virtuosismo. Tessitura: La2-Do#5. Ruoli: Leonora (Il trovatore), Elena (Vespri siciliani), Elvira (Ernani), Semiramide. Soprano drammatico, di carattere, Falcon: [Cornélie Falcon (1812-1897) ne La Juive e Les Huguenots]. Voce potente in tutti i registri con un basso da mezzo-soprano e un acuto meno facile rispetto a quello degli altri soprani. Tessitura: Sol2-Si4. Ruoli: Amelia (Il ballo in maschera), Gioconda, Lady Macbeth, Isolde, Brünnhilde (Tetralogia), Santuzza (Cavalleria rusticana). Desclauzas [Marie Desclauzas (1840-1922) nel ruolo di Mlle Lange ne La Fille de Madame Angot] : voce di debole intensita’ dal timbro chiaro. Tessitura: (Sol2)La2-Si4. Ruoli: governante, confidente, dama di compagnia nell’operetta e nell’opera francese. Esempio: Ermerance (Véronique). Mezzo-soprano di coloratura: Mezzo-soprano leggero dotato di una grande agilita’ e specializzato in alcuni ruoli rossiniani. Tessitura: Sol2-Si4. Ruoli: Angelina (Cenerentola), Rosina (Barbiere di Siviglia), Arsace (Semiramide). Mezzo-soprano leggero o Dugazon: [Louise Dugazon (1755-1821) creatrice di una sessantina di ruoli]. Voce chiara e agile vocalizzata con naturalezza. Tessitura: Sol2-Sib4. Ruoli: giovani valletti dispettosi come Stefano (Romeo e Giulietta), Siebel (Faust) o Cherubino (Nozze di Figaro). Mezzo-soprano drammatico o Galli-Marié: [Célestine Galli-Marié  (1840-1905) creatrice di Mignon e Carmen].Voce eclatante, potente ed estremamente drammatica. Tessitura: Fa2-La#4. Ruoli: Carmen, Dalila, Charlotte (Werther), Hérodiade, Azucena (Trovatore). Contralto buffo: [dall’italiano “buffare” = dire sciocchezze]. Voce poco potente riservata a ruoli comici. Tessitura: Fa2-Sol#4(La#4). Ruoli: Mrs. Quickly (Falstaff). Contralto di coloratura o alto di coloratura: voce molto agile che copre 2 ottave e mezzo e talvolta anche 3. Tessitura: (Re2)Mi2-La#4. Ruoli: quelli scritti da Bellini, Cimarosa, Rossini, Donizetti o Meyerbeer. Contralto drammatico: la piu’ grave delle voci femminili. Divenuta molto rara, e’ spesso rimpiazzata da un mezzo-soprano drammatico. Tessitura: Do2-La4. Ruoli: Amneris (Aida), Ulrica (Ballo in maschera),  Ortrude (Lohengrin) Erda (Tetralogia), Vania (Una vita per lo zar).

La voce umana – seconda parte –

Tratto da: http://afpc-evtafrance.evta-online.org
Articolo integrale originale (FR): La voix humaine, Quid 2007-2008, Editions Robert Laffont, N. Scotto di Carlo

– Seconda parte –

Meccaniscmi fisiologici

L’apparato vocale. Costituito da una soffieria (i polmoni), un apparato vibrante (le corde vocali) e uno risonante (la cavita’ faringo-orale). Durante la fonazione, il fiato proveniente dai polmoni entra nella trachea al di sopra della quale incontra le corde vocali, due muscoli che assomigliano a delle labbra. Ad ogni apertura delle corde vocali l’aria polmonare viene separata in sbuffi d’aria che si succedono a un ritmo piu’ o meno rapido a seconda che le corde vocali vibrino piu’ o meno velocemente. Piu’ esse vibrano velocemente, piu’ il suono e’ acuto e viceversa (quando Mado Robin emetteva la sua nota piu’ alta, il RE6, le sue corde vocali vibravano 2349 volte al secondo).

La soffieria. La respirazione a riposo e’ un’attivita’ riflessa. Ogni inspirazione e’ nell’ordine di 500 ml. Il canto ne esige da 1000 a 1500 ml, il che implica un atto cosciente o volontario. Durante l’inspirazione, il volume dei polmoni aumenta in maniera considerevole poiche’ il torace si allarga in tutte le sue dimensioni sotto l’azione simultanea di diverse fasce muscolari. L’attivita’ di questi diversi muscoli e’ legata a quella del diaframma che, contraendosi, scende aumentando cosi’ il volume della cavita’ toracica. L’espirazione, passiva nella respirazione riflessa, diviene attiva nel parlato e volontaria nel canto, dove occorre controllare con precisione la portata del flusso d’aria. Per cantare, il tipo di respirazione piu’ efficace e’ la respirazione costo-addominale nella quale l’azione del diaframma e’ la piu’ performante. In effetti, nel corso dell’inspirazione, il diaframma lavora in sinergia con i muscoli intercostali per sollevare le ultime costole, aprendo cosi’ uno spazio toracico ottimale che favorisce una presa d’aria piu’ importante rispetto a quella che e’ necessaria nel parlato. Ma l’aria immagazzinata nei polmoni non basta per sostenere delle note a lungo o per cantare delle lunghe frasi musicali. Bisogna dunque imparare a gestirla in economia. Per aumentare la propria durata del fiato, i cantanti d’opera rallentano il proprio svuotamento polmonare conservando la posizione inspiratoria durante tutta la durata dell’espirazione fonatoria grazie alla contrazione simultanea dei muscoli dell’inspirazione (diaframma, muscoli intercostali esterni) e dell’espirazione (muscolo trasverso dell’addome, intercostali medi e interni). E’ grazie all’aiuto di questi stessi muscoli che riescono a modulare la compressione periferica in modo da ottenere una regolazione molto precisa della pressione dell’espirazione e del debito che gli permettera’ di adattarsi sempre agli imperativi del canto. Questo controllo permette di regolare con precisione non soltanto il fiato, ma anche l’intensita’, la stabilita’ e la precisione della voce.

L’apparato di vibrazione. La laringe e’ situata all’estremita’ superiore della trachea. Nel suo prolungamento, si trova la cartilagine cricoidea che ha l’aspetto di un anello incastonato girato all’indietro. Articolata con la cartilagine cricoidea c’e’ la cartilagine tiroidea da cui deriva la prominenza anteriore che costituisce il “pomo d’Adamo”.  Questo ha la forma di un libro aperto all’indietro, all’interno del quale si trovano le corde vocali. Secondo il punto di ancoraggio, l’articolazione crico-tiroidea permette sia alla cartilagine tiroidea di basculare in avanti, sia alla cartilagine cricoidea di basculare all’indietro, il risultato e’ in entrambi i casi un aumento della tensione longitudinale delle corde vocali che per questo vibrano piu’ velocemente. Le corde vocali sono fissate davanti all’angolo interno alla cartilagine tiroidea e dietro a due piccole cartilagini triangolari chiamate aritenoidi che riposano sul cricoide. Grazie alle loro faccette articolari e ai muscoli che le comandano, le aritenoidi possono effettuare dei movimenti di rotazione, translazione e basculamento, che hanno come effetto quello di allontanare o avvicinare le corde vocali, di inspessirle o renderle piu’ sottili, di aumentare o diminuirne la tensione. Durante la respirazione queste vengono ampiamente aperte per permettere all’aria polmonare di circolare liberamente. Lo spazio compreso tra le corde vocali si chiama glottide. L’armatura cartilaginea da cui e’ formata la laringe e’ dotata di una muscolatura intrinseca o endolaringea composta da vari muscoli la cui funzione principale e’ quella di assicurare l’apertura e la chiusura delle corde vocali, ma allo stesso tempo di modificarne forma e dimensione, e da una muscolatura estrinseca costituita dai muscoli sospensori della laringe e destinata a mantenerla al proprio posto lasciandole una mobilita’ sufficiente per permettergli di effettuare degli spostamenti verticali e antero-posteriori nel corso della respirazione, della fonazione e della deglutizione.

L’apparato risonatore. Gli strumenti di investigazione di cui disponiamo attualmente, permettono di registrare il suono che esce dalle corde vocali (suono laringeo). Il solo elemento percepito e’ quindi l’intonazione o la melodia della frase. Sapremo, per esempio, se chi parla fa una domanda o un’affermazione, ma che cosa dice rimarra’ perfettamente incomprensibile. Questa voce grezza viene poi modificata quando passa nelle diverse cavita’ di risonanza situate al di sotto delle corde vocali (cavita’ faringea, orale e accessoriamente nasale e labiale) per diventare parola. Le modifiche di forma e dimensione di queste cavita’ che si chiamano cavita’ sopraglottiche sono dovute ai movimenti degli organi articolatori (la lingua, il velo palatino, la mandibola, le labbra, la faringe, la laringe) e permettono la formazione delle vocali e delle consonanti la cui successione temporale costituisce il linguaggio. La voce cantata necessita un condotto vocale interamente libero. La realizzazione delle vocali non costituisce un grave problema nel canto, ma le consonanti devono essere realizzate attraverso un’ostruzione o una chiusura temporanea del condotto vocale che interferisce con il flusso d’aria e rompe la continuita’ della linea melodica. Tutta l’arte del cantare consiste dunque nel trovare un equilibrio tra le strutture oro-faringee indispensabili a un’emissione vocale corretta e le modifiche edlla cavita’ orale necessarie per l’articolazione dei suoni del linguaggio.

La voce umana – prima parte –

Tratto da: http://afpc-evtafrance.evta-online.org
Articolo integrale originale (FR): La voix humaine, Quid 2007-2008, Editions Robert Laffont, N. Scotto di Carlo

– Prima parte –

La voce umana

Caratteristiche

Altezza media della voce parlata.  Uomini: 125-150 Hz (si1-re2). Donne: 220-300 Hz (la2-re3). Bambini: 300-350 Hz (re3-fa3).

Estensione totale della voce umana. Voce parlata: circa 3 ottave; cantata: 5 ottave da LA0 (55 Hz) a LA5 (1760 Hz). Eccezioni: Mado Robin : RE6 a 2349 Hz. Erna Sack, Yma Sumac.

Punti di riferimento nella scala sonora. Gli esperti di acustica contano le ottave facendo riferimento al LA del diapason (LA3 = 440 Hz) situato nella terza ottava. Estensione sonora dell’organo: da DO-1 (16 Hz)  a SI8 (15804 Hz) (corrispondente praticamente ai limiti della percezione uditiva dell’uomo). Contre-ut dei tenori: DO4 (523 Hz) dei soprani: DO5 (1046Hz) .

Caratteristiche acustiche della voce parlata e cantata. Frequenza o altezza misurata in hertz (Hz). Esempio: quando un diapason emette il LA3 a 440 Hz, significa che i rami della forcella vibrano 440 volte al secondo. Intensita’ o ampiezza, misurate in decibels (dB). Esempio: un cantante wagneriano emette un’intensita’ sonora nell’ordine di 120 dB al metro (rumore di un reattore aereo al decollo o dell’esplosione di una bomba). Timbro: costituito rinforzando alcuni armonici. Esempio: il timbro particolare del clarinetto, risulta dal rinforzo degli armonici dispari ( 1°, 3°, 5°, 7°, 9°, etc…).

 Un suono e’ costituito da un fondamentale che ne determina l’altezza e da molti armonici (interi multipli del fondamentale) rinforzati attraverso differenti casse di risonanza che li attraversano e che sono responsabili del suo timbro.

 Particolarita’ acustiche della voce cantata. Vibrato: caratterizzato da delle variazioni periodiche di frequenza, di intensita’ e di timbro. Parametri acustici del vibrato della frequenza (modulazioni dell’altezza intorno alla nota chiave): l’ampiezza (intervallo musicale compreso tra i valori estremi del suono vibrato) e la periodicita’ (numero di modulazioni di frequenza per unita’ di tempo). Ampiezza: standard tra 1/4 e 3/4 del tono. Al di sotto di 1/4 di tono, suono opaco, duro, sgradevole; al di sotto di un tono, suono instabile (si dice che la voce si muove). Periodicita’: standard tra 5 e 7 periodi/sec. Al di sotto di 5: ondeggiante. Al di sotto di 7: tremolo. Il vibrato risulta da un perfetto equilibrio tra le differenti coordinazioni muscolari necessarie all’esecuzione del gesto vocale, il che spiega come mai non

lo troviamo se non nelle voci elaborate e come ogni manovra vocale difettosa abbia un impatto sulla sua qualita’.

“Singing Formant” caratterizzato dal rinforzo degli armonici tra i 2000 e i 4000 Hz, regione dello spettro sonoro dove l’acutezza uditiva e’ ottimale, determina la portata della voce. Il rinforzo degli armonici nella regione dei 3000 Hz e’ il risultato sul piano acustico del modo in cui gli artisti lirici imparano a “posizionare” la propria voce. Questo permette loro di dominare senza sforzo un’orchestra di 80 musicisti o piu’ e di emettere suoni pianissimi che raggiungano fino all’ultima fila degli spettatori di una sala il cui volume puo’  raggiungere 30.000 m3. La portata della voce non deve essere confusa con la sua intensita’. Esempio: i celebri pianissimi di Montserrat Caballé udibili in tutta la sala senza superare i 60 dB al metro, o l’intensita’ di una conversazione normale. Ritroviamo questo rinforzo degli armonici tra i 3000 e i 5000 Hz, nello spettro acustico degli strumenti a lunga portata sonora ( chiarina, tromba, che dominano facilmente il frastuono dei combattimenti) o nel canto del gallo. Potenza della voce o intensita’ vocale: dipende dalla resistenza delle corde vocali alla pressione sottoglottica (pressione polmonare al di sotto delle corde vocali). Si misura in dB. Voce sussurrata: da 30 a 50 dB; da conversazione: da 60 a 70 dB; da richiamo: da 80 a 90 dB; cantata: da 90 dB (voce da operetta) a 120 dB (cantanti wagneriani).

Tenuta dei suoni. Durata di un suono dopo l’inspirazione forzata: 15-20 sec. Cantanti d’opera: 25-30 sec. Castrati: da 1a 2 min.

(Continua..)