La voce umana – quarta parte-

Tratto da: http://afpc-evtafrance.evta-online.org
Articolo integrale originale (FR): La voix humaine, Quid 2007-2008, Editions Robert Laffont, N. Scotto di Carlo

– Quarta parte –

Uomini. Tenore buffo, comico o Trial: [Antoine Trial(1736-1795)]. Voce acuta dal carattere comico. Tessitura: Do2-Do4. Ruoli: il marito (Mamelles de Tirésias), il notaio (Don Pasquale), Cochenille, Franz, Pittichinaccio (I racconti di Hoffmann). Tenore leggero, d’operetta, tenore mozartiano, di serenata: voce leggera, timbro chiaro. Vocalizza con agilità. Può cantare i ruoli da operetta. Tessitura: Do2-Re4. Ruoli: George Brown (Dama bianca), Nadir (I pescatori di perle), Ernesto (Don Pasquale), Le Postillon (Postillon de Longjumeau), Coutançon (Vedova allegra), Antonin (Ciboulette), Gondran (I moschettieri del convento). Tenore lirico leggero, d’opera comica: timbro del tenore leggero negli acuti e del tenore lirico sul resto della tessitura. Tessitura: Do2-Re4. Ruoli: Gérald (Lakmé), Desgrieux (Manon), Elvino (La sonnambula), Ottavio (Don Giovanni). Tenore lirico, mezzo carattere, di traduzione: voce più larga con un timbro chiaro. Tessitura: Do2-Do#4. Ruoli: Faust, Duca di Mantova (Rigoletto), Alfredo (Traviata), Edgardo (Lucia di Lammermoor), Rodolfo (Bohême). Tenore lirico spinto o lirico drammatico: gravi più ampie rispetto al tenore lirico, acuti eclatanti. Tessitura: Do2-Do#4. Ruoli: Mario (Tosca), Don José (Carmen), Manrico (Il trovatore), Radamès (Aida), Calaf (Turandot). Tenore drammatico, d’opera o di carattere: voce larga dal timbro percussivo. Tessitura: Do2-Do4. Ruoli: vedi sotto. Tenore di forza, tenore eroico, di valore, da grand’opera, wagneriano, baritenore: voce molto potente (120 dB in 1 metro)  con gravi baritoni e acuti eclatanti. Divenuto estremamente raro, è rimpiazzato dal Tenore drammatico. Tessitura: Si1-La#4. Ruoli: Otello, Sansone, Tristano, Arnold (Guglielmo Tell), Eléazar (La Juive), Sigfrido, Tristano (Tetralogia). Baritono Martin, leggero, alto, tenorizzante, viennese, d’operetta: [Jean-Blaise Martin (1768-1887)]. Voce poco potente che ricorda il timbro del tenore senza possederne gli acuti. Raro nell’opera, ottiene i primi ruoli d’operetta ed eccelle nella melodia. Tessitura: Si1-La3. Ruoli: Pelléas, Florestan (Véronique), Danilo (Vedova allegra), Principe Sou-Chong (Il paese del sorriso). Baritono verdiano, acuto, d’opera: voce flessibile dal timbro caldo e dagli acuti eclatanti per la quale Verdi ha scritto numerosi ruoli. Tessitura: La1-Sol3. Ruoli: Rigoletto, Macbeth, Simon Boccanegra, Iago (Otello). Baritono lirico o d’opera comica: è la voce più diffusa nella categoria dei baritoni. Tessitura abbastanza limitata, timbro ramato. Tessitura: Sol1-Fa3. Ruoli: Albert (Werther), Mercutio (Romeo e Giulietta), Valentin (Faust), Lescaut (Manon). Baritono drammatico, eroico, da grand’opera: meno elevata, ma più potente di quella dei baritoni verdiani e lirici. Timbro più spesso, acuti eclatanti. Tessitura: Fa1-Mi3. Ruoli: Tonio(Pagliacci), Alfio (Cavalleria Rusticana). Baritono basso, baritono grave, baritono Donizetti: voce intermedia tra quella del baritono drammatico e del basso cantante. Acuti meno facili di quella del baritono drammatico, ma gravi più potenti e medi ampi. Tessitura: Re1-Fa3. Ruoli: Malatesta (Don Pasquale), Wotan (Tetralogia), Figaro (Le nozze di Figaro), Leporello (Don Giovanni). Laruette: [Jean-Louis Laruette (1731-1762)]. Basso leggero da operetta. Tessitura: Mi1-Re3. Basso buffo, basso comico: Basso specializzato in ruoli comici. Tessitura: Re1-Mi3. Ruoli: Bartolo (Barbiere di Siviglia), Don Pasquale. Basso di coloratura: voce leggera e agile. Tessitura: Re1-Fa3. Ruoli: Assur (Sémiramis), Mustafà (L’italiana ad Algeri). Basso cantante, alto, lirico, d’opera comica, mezzo carattere: voce più lirica di quella del baritono basso. Tessitura: Do1-Do3(Mi3). Ruoli: Mefistofele (Faust), Nilakantha (Lakmé), Don Basile (Il barbiere di Siviglia), Philippe II (Don Carlos). Basso nobile, profondo, di carattere, eroico, drammatico o Nivette: voce solenne e sepolcrale. Tessitura: Si0-Do3(Mi3). Ruoli: Zarastro (Flauto magico), Grande inquisitore (Don Carlos), Hunding. (La valchiria), Ramfis (Aida).

Voci androgine. Castrati: il divieto posto alle donne di cantare nelle chiese e sulle scene romane è all’origine del ruolo preponderante che occuparono i castrati per quasi due secoli. I cori della Cappella Sistina li utilizzarono dal 1588 al 1903. La Chiesa tuttavia disapprovava la castrazione eufonica e non tollerava che i castrati accidentali (la castrazione per ernia era una pratica corrente all’epoca). In Italia, da 3000 a 5000 bambini venivano operati ogni anno da barbieri o chirurghi. Praticata intorno al sesto anno, la castrazione aveva come scopo quello di impedire il cambiamento che accade normalmente, ma non arrestava lo sviluppo fisico. Per questo, i castrati possedevano i polmoni di un adulto e una laringe di un bambino, e di conseguenza una voce molto estesa che copriva più di tre ottave, acuti naturali (corde vocali di piccola taglia, laringe in posizione alta) e una tenuta del fiato eccezionale (trachea di taglia normale e glottide di piccola taglia). Il lavoro intensivo al quale erano sottoposti i castrati (9-10 ore al giorno), gli conferiva non soltanto un’agilita’ poco comune, ma una voce estremamente potente (muscolatura laringea molto sviluppata che permette alle corde vocali di opporre una forte resistenza alla pressione polmonare). Castrati celebri: Baltasare Ferri (1610-1680); Carlo Broschi (1705-1782) detto Farinelli o “il cantante del re” poiché passò 22 anni in Spagna alla corte di Filippo V di cui guarì la malinconia cantando per lui ogni giorno per 10 anni le stesse 4 arie. Diventò in seguito il suo consigliere politico; Cafarelli (1710-1783); Guadagni (1725-1792); Crescentini (1762-1846) che insegnò canto a Bellini; Velluti (1780-1861) l’ultimo ad apparire sulla scena; Moreschi (1858-1922) il solo ad essere stato registrato, nel 1902-1903. Contralti, contro tenori e falsettisti: regna una grande confusione nell’utilizzo di questi termini. Tradizionalmente, Contralto: tenore molto acuto che non utilizza la propria voce di falsetto, Falsettista: baritono o basso che canta in falsetto; Contro tenore: termine che indica in modo anarchico sia una voce di contralto che una voce di falsettista.

Canto difonico. Tecnica vocale che permette a un cantante di produrre due suoni simultaneamente. Per farlo, emette un suono grave di cui amplifica a turno i differenti armonici modificando la forma della cavità orale con la lingua, producendo un doppio suono: gli armonici sgranati gli uni dagli altri sul fondo di un basso continuo (suono grave ininterrotto). Questo procedimento è l’equivalente vocale della cornamusa o del biniou sul piano strumentale.

Lessico. Ambitus: estensione totale di una composizine dalla nota più grave a quella più acuta. Aria: pezzo scritto per una voce sola. Barcarola: brano vocale o strumentale costruito sul ritmo della barcarola dei gondolieri veneziani. Brindisi: canzone per brindare. Cabaletta: aria rapida e ritmata, con ripresa. Cavatina: pezzo d’opera più corto dell’aria e senza ripresa. Coloratura: in origine termine che indicava le fioriture. Per estensione, virtuosismo nel canto e voce con una grande agilità. Estensione vocale: insieme delle note che può emettere una voce dal più grave al superacuto. Falsetto: modalità di emissione utilizzata dagli uomini per imitare la voce femminile. Fioriture: ornamenti aggiunti dai cantanti alla linea melodica per abbellirla. Larga: indica una voce potente. Legato: esecuzione nella quale i differenti suoni si succedono senza interruzione. Le note emesse in questo modo sono dette legate. Leggera: indica una voce acuta di flebile potenza. Ornamenti: termine generico che indica gli abbellimenti apportati dai compositori alla linea melodica. Recitativo: declamazione vocale destinata a far andare avanti l’azione. Staccato: successione di note emesse separandole le une dalle altre con rapidità e precisione. Le note emesse in questo modo vengono dette spiccate e [in francese n.d.t.] familiarmente cocottes. Tessitura: parte dell’estensione vocale che un cantante può emettere con la massima facilità (2-3 ottave). Termine anche utilizzato nel senso dell’ambitus di un ruolo o di un’aria. Vocalizzo: emissione di note differenti sopra la stessa vocale.